Export italiano extra-Ue rallenta ad aprile, ma il Messico resta la grande opportunità per il Made in Italy


Nonostante la frenata generale dell’export extra-Ue, il Messico si conferma un mercato in espansione per le imprese italiane, con oltre 2.300 aziende già attive, tra cui molte Pmi

Il mese di aprile 2025 si è chiuso con un bilancio contrastante per l’interscambio commerciale dell’Italia con i Paesi extra-Ue. Secondo quanto riportato dall’Istat, si è registrato un netto rallentamento delle vendite, in calo sia su base mensile (-7,5%) che annua (-2,1%), mentre le importazioni sono risultate in crescita (+11,4% su base annua), sostenute in particolare dai beni di consumo non durevoli (61,1%). A incidere maggiormente su questo risultato è stata la contrazione delle vendite di beni strumentali (-17,4%), seguiti da beni di consumo non durevoli (-5,3%) e i beni intermedi (-1,6%). In aumento le esportazioni di energia (+11,3%) e beni di consumo durevoli (+6,3%), quest’ultimi spesso legati a settori come l’arredamento e l’elettronica.

Dal lato delle importazioni, aprile ha fatto segnare un aumento dell’1,6% su marzo, confermando un trend positivo già rilevato nel primo trimestre. A guidare l’incremento sono stati gli acquisti di beni di consumo non durevoli (+9,4%), come alimentari, farmaceutici e prodotti per la casa, e di energia (+5,1%).

Il saldo commerciale italiano con i Paesi extra-Ue si è ristretto, passato da 5,036 miliardi di euro (aprile 2024) agli attuali 2,178 miliardi. Il deficit energetico rimane significativo (-4,195 miliardi), mentre l’avanzo nei prodotti non energetici si è ridotto da 9,317 a 6,373 miliardi. L’Istat segnala come la forte variazione negativa dell’export di aprile sia condizionata da operazioni straordinarie relative a mezzi di navigazione marittima, contabilizzate a marzo 2025 e aprile 2024. Al netto di queste vendite eccezionali, la flessione congiunturale sarebbe stata molto più contenuta (-3,3%) e si sarebbe addirittura osservata una crescita tendenziale dello 0,5%.

Nel complesso, nei primi quattro mesi del 2025, l’export italiano verso i Paesi extra Ue risulta in leggera crescita tendenziale (+1,9%), che diventa +2,7% se si esclude il comparto energia. Tuttavia, il saldo commerciale si riduce a +13,5 miliardi, rispetto ai +20,7 miliardi dello stesso periodo 2024.

Nel dettaglio per Paese, ad aprile l’export è diminuito in modo rilevante verso Regno Unito (-20,3%), Turchia (-18,8%), Cina (-8,6%) e Giappone (-4%). In controtendenza Svizzera (+18,8%), Paesi Opec (+7,9%), Mercosur (+5,9%) e Asean (+5,2%). Sul fronte importazioni, vanno segnalati aumenti importanti da Usa (+60,8%), Cina (+40,1%) e Turchia (+20%), mentre si contraggono gli acquisti da India (-27,6%) e Paesi Opec (-22,5%).

Messico in controtendenza: una sponda strategica per il Made in Italy

A questo proposito, il Messico risulta essere una delle destinazioni più interessanti per le imprese italiane che vogliono crescere fuori dall’Europa, non solo per le dimensioni del mercato, ma soprattutto per la sua posizione strategica, il dinamismo industriale e le affinità produttive:

  • Il Messico ha 14 accordi di libero scambio, tra cui uno con la Ue, che aprono le porte a più di 50, eliminano gran parte dei dazi doganali e semplificano le regole di origine;
  • La manodopera è giovane e specializzata: oltre 100mila ingegneri l’anno e uno dei più alti tasso di laureati in discipline Stem dell’America Latina;
  • Il Paese è logisticamente centrale: può esportare facilmente via terra verso gli Usa e via mare verso Asia ed Europa, grazie a porti come Veracruz, Manzanillo e Altamira;
  • Le zone economiche speciali offrono incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche per le imprese manifatturiere estere.

La recente missione del ministro Tajani (dal 22 al 24 maggio 2025 a Città del Messico) ha rappresentato un importante segnale politico e commerciale, rafforzando un ponte economico che può rivelarsi cruciale per le imprese italiane, specialmente Pmi, in cerca di nuove strategie di crescita. Con oltre 130 milioni di abitanti, il Messico è la 15ª economia al mondo e la seconda dell’America Latina, dopo il Brasile. Il Pil messicano ha registrato una crescita del +3,2% nel 2023, grazie soprattutto all’export e al rafforzamento del settore manifatturiero.

Non a caso, multinazionali americane ed europee stanno accelerando una strategia nota come “nearshoring”, ovvero il trasferimento della produzione più vicino al mercato di consumo. E il Messico, da questo punto di vista, è il viatico preferito per gli Stati Uniti, con cui condivide oltre 3.000 km di confine.

Italia-Messico, un asse economico in crescita: 2.300 imprese attive

Il rapporto economico tra Italia e Messico è già molto solido: nel 2024, l’interscambio commerciale ha superato i 8,1 miliardi di euro, con esportazioni italiane pari a 6,6 miliardi. Si tratta del primo mercato dell’area latinoamericana per le imprese italiane. In Messico operano circa 2.300 imprese italiane, tra cui molte Pmi dei settori meccanico, agroalimentare e componentistica industriale.

In occasione della missione istituzionale citata, si è tenuto a Città del Messico un Forum Imprenditoriale Italia-Messico che ha visto la partecipazione di oltre 80 imprese italiane e messicane. Tra i settori strategici individuati:

  • Automotive – il Messico è il 4° esportatore e il 7° produttore mondiale con una filiera (componentistica, macchinari, software, testing) in piena espansione;
  • Macchinari industriali – l’Italia è già il terzo fornitore di macchinari del Messico e le nostre imprese italiane sono apprezzate per qualità, flessibilità e innovazione;
  • Sostenibilità ambientale – le soluzioni italiane nel campo della green economy sono viste come all’avanguardia;
  • Infrastrutture digitali e fisiche – l’expertise italiana in progetti integrati  è in grado di sviluppare nel Paese reti moderne, smart cities, trasporti elettrificati e servizi digitali inclusivi.



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