Dispositivi, dopo la sentenza del Tar si torna a trattare sul payback, ma la strada è in salita


Roma, 19 maggio – Dopo la recente bocciatura del Tar Lazio ai ricorsi contro il payback opposti da diverse aziende di dispositivi medici, con la correlata conferma della legittimità del meccanismo che le assoggetta all’obbligo della copertura degli sforamenti dei tetti di spesa per gli anni tra il 2015 e il 2018, e il possibile rischio prefigurato dai produttori che il Ssn non possa più contare in futuro sull’accesso a dispositivi di qualità per medici e pazienti, le parti istituzionali e le associazioni degli operatori hanno ribadito la necessità di superare gradualmente una norma ritenuta ormai insostenibile, avviando immediatamente politiche di salvaguardia per le imprese, con particolare attenzione alle Pmi, le più colpite dalle compensazioni richieste.

All’incontro hanno partecipato Conflavoro Pmi Sanità, rappresentata dal presidente Gennaro Broya de Lucia, e Confapi Salute, con il delegato nazionale Michele Colaci, insieme al ministro dell’Economia e finanze Giancarlo Giorgetti (nella foto), promotore del tavolo tecnico. Presenti anche altre associazioni rappresentative del comparto dei dispositivi medici. Lo riferiscono in una nota Conflavoro Pmi Sanità e Confapi Salute.

Il Governo – si legge nella nota diramata al termine delll’incontro – ha presentato una nuova proposta, rafforzata da uno stanziamento di 350 milioni di euro, che ha raccolto consenso unanime per le annualità 2015-2018. Si profila, quindi, una possibile intesa già nei prossimi giorni.

Tuttavia, permangono nodi irrisolti per gli anni successivi. Da un lato, le imprese chiedono l’abrogazione della norma, richiamando anche la natura straordinaria del contributo, riconosciuta dalla stessa Corte costituzionale; dall’altro, la Ragioneria generale dello Stato chiede garanzie su risorse e dati certi, indispensabili per definire soluzioni tecniche e operative sostenibili.

  • “Conflavoro Pmi Sanità auspica che l’impegno congiunto di tutte le istituzioni coinvolte da questo Governo possa finalmente fare chiarezza su un tema che, per troppo tempo, ha generato incertezza, contenziosi e gravi difficoltà per migliaia di aziende italiane” afferma Broya de Lucia. “Con questo ulteriore stanziamento possiamo ottenere una franchigia fino a 10 milioni al netto dell’Iva, salvando di fatto oltre il 95% delle imprese travolte dalla norma” aggiunge Colaci. “È un primo passo importante, ma serve ora uno sforzo ulteriore per risolvere definitivamente una questione che sta logorando il settore”.

Il confronto si è svolto alla presenza, oltre che delle principali associazioni di categoria, dei rappresentanti della Conferenza Stato-Regioni, con Marco Alparone, assessore al Bilancio della Regione Lombardia (nella foto) e Massimo Fabi, assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna. Presenti inoltre Francesco Mennini, capo del Dipartimento della Programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale, e Achille Iachino per il ministero della Salute, insieme a Daria Perrotta per la Ragioneria dello Stato.

Un confronto serrato, tecnico e politico, che secondo le aziende “richiederà ancora passi determinati per sciogliere quello che ormai è divenuto uno dei nodi più critici del rapporto tra Stato, sanità e imprese”.



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