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Wells Fargo prevede che i mercati statunitensi subiranno un calo nel 2025, raggiungendo nuove vette nel 2026.

L’azienda ha affermato che le tariffe causeranno incertezza nell’anno in corso, mentre un rimbalzo da un ambiente altamente volatile, sostenuto da dati storici, rende possibile rendimenti elevati nel 2026.

Wells Fargo Investment Institute ha pubblicato il suo “Midyear Outlook report: Opportunities amid uneven terrain”, che presenta una previsione sfumata per i mercati azionari statunitensi.

Sebbene si preveda che il 2025 porterà un periodo di maggiore volatilità e guadagni limitati, l’istituto prevede un panorama più favorevole con nuovi massimi nel 2026.

L’outlook pone l’accento sulla costruzione della resilienza dei portafogli, sull’utilizzo dei modelli di ripresa storici e sull’attenta gestione di un contesto economico globale caratterizzato dall’evoluzione delle politiche commerciali e dall’adattabilità delle imprese.

2025: un calo dei guadagni, segnato da dazi e rallentamento

Gli strateghi di Wells Fargo, guidati da Darrell L. Cronk, Presidente di WFII, vedono il 2025 come un anno in cui i guadagni previsti nel mercato azionario statunitense saranno significativamente limitati.

Il principale colpevole è la persistente incertezza che circonda i dazi e i negoziati sulla politica commerciale.

Si prevede che questi attriti commerciali rappresenteranno un “ostacolo significativo per la crescita del mercato”, smorzando potenzialmente il potere d’acquisto dei consumatori e comprimendo i margini di profitto delle aziende man mano che le aziende assorbono l’aumento dei costi.

Il perdurare dell’incertezza ha già indotto alcune società a sospendere l’allocazione del capitale verso progetti di crescita, incidendo sulla dinamica economica complessiva.

La società di ricerca indica un periodo di rallentamento economico, anche se non una vera e propria recessione, attutito da “un costante sostegno sottostante e da incombenti estensioni della politica fiscale”.

Il contesto economico, caratterizzato da una moderata crescita dell’occupazione e da un aumento del reddito reale, mette temporaneamente sotto pressione la spesa dei consumatori.

Anche l’impatto dei “dazi anticipati” e i potenziali rischi per la politica migratoria sono citati come fattori che potrebbero aumentare l’inflazione e frenare ulteriormente la crescita economica nel corso del 2025, contribuendo ad aumentare la volatilità dei mercati finanziari.

Volatilità: un precursore delle opportunità

Nonostante le turbolenze previste, Wells Fargo mantiene una convinzione di fondo nella traiettoria rialzista a lungo termine del mercato.

La loro analisi evidenzia un modello storico in cui l’incertezza e la volatilità spesso creano le migliori opportunità per gli investitori.

Esaminando 10 periodi precedenti al recente passato in cui la volatilità ha raggiunto livelli elevati, WFII ha rilevato un rendimento totale mediano dell’indice S&P 500 a 18 mesi del 30%.

Questo contesto storico è alla base della raccomandazione agli investitori di “seguire la lezione della storia e di puntare sulle azioni” anche in mezzo alle attuali incertezze.

L’istituto suggerisce che, in assenza di una recessione, il rischio di un ulteriore ribasso del mercato azionario oltre i minimi registrati nell’aprile 2025 è limitato.

Utili societari e prospettive più rosee per il 2026

La traiettoria degli utili societari sarà fondamentale.

Mentre si prevede che i dazi comprimeranno i margini di profitto nel 2025, costringendo le aziende ad adattarsi, le prospettive di Wells Fargo per il 2026 dipingono un quadro più ottimistico.

In termini di strategia di portafoglio per il saldo del 2025, Wells Fargo raccomanda di concentrarsi su “allocazioni di qualità”, con una preferenza per le azioni statunitensi a grande e media capitalizzazione rispetto alle opzioni a bassa capitalizzazione.

Inoltre, privilegiano le azioni dei mercati sviluppati rispetto ai mercati emergenti, prevedendo un “dollaro resiliente fino al 2026”.

Si consiglia agli investitori di aggiungere selettivamente esposizione all’intelligenza artificiale (AI) e di prendere in considerazione la riallocazione da settori difensivi come i beni di consumo di base a settori più ciclici come l’energia, la finanza, i servizi di comunicazione e la tecnologia dell’informazione quando i ribassi del mercato offrono opportunità.



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