Le piccole e medie imprese (Pmi) in Calabria stanno affrontando una situazione critica, con il rischio di chiusura definitiva che si fa sempre più concreto. I costi di produzione sono diventati insostenibili, e molti imprenditori sperano di riuscire a resistere almeno fino alla prossima bolletta, temendo di dover abbandonare definitivamente le loro attività. Alla fine del 2024, la Calabria contava 157.410 imprese attive, di cui 112.925 con forma giuridica individuale. Tuttavia, le difficoltà sono in aumento, soprattutto per quelle realtà che non riescono ad accedere al credito, come sottolineato da Confartigianato.
Nel 2024, i prestiti alle piccole imprese sono diminuiti del 4,9%, mentre le liquidazioni volontarie e i fallimenti hanno segnato un’impennata. Secondo l’Osservatorio procedure e liquidazioni di Cerved, i fallimenti volontari sono aumentati in modo allarmante nel Sud Italia, con la Calabria che ha registrato un aumento del 550%, il più alto d’Italia, sebbene in valori assoluti si tratti di 11 attività in più. Inoltre, anche le liquidazioni volontarie sono cresciute del 76,9%, passando da 13 a 23.
Francesco Napoli, leader di Confapi Calabria e vicepresidente nazionale della confederazione delle piccole imprese, evidenzia che dal 2011 a oggi i prestiti bancari alle imprese sono diminuiti di oltre un terzo, passando da più di 900 miliardi di euro a circa 600 miliardi. Considerando l’inflazione e l’aumento dei costi, la contrazione del credito è ancora più grave. La situazione calabrese è particolarmente critica, con i prestiti alle imprese locali ridotti di circa 282 milioni di euro, un dato leggermente migliore della media nazionale, ma che nasconde un fenomeno preoccupante: nel primo semestre dell’ultimo anno, il numero delle operazioni finanziate è crollato del 39,3%, con una riduzione del 36,8% nell’importo erogato e del 40,2% nelle somme garantite.
Il difficile accesso al credito è aggravato dalla desertificazione bancaria. In Calabria, il 73% dei comuni non ha uno sportello bancario, lasciando 27mila imprese senza nemmeno una filiale nelle loro aree di operazione. Questo impedisce alle imprese di accedere a finanziamenti, informazioni e consulenze, e rappresenta un ostacolo insormontabile per molte di esse.
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