L’Oriente protagonista a Roma con l’asta di arte asiatica di Bertolami Fine Art – News – Associazione Nazionale


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Il 4 giugno, la Bertolami Fine Art di Roma ospiterà un’asta interamente dedicata all’arte dell’Estremo Oriente. Un viaggio affascinante tra culture e secoli, che attraversa l’estetica, la spiritualità e le dinamiche sociali dell’Asia orientale, con un’attenzione particolare all’arte della Cina imperiale e della Mongolia buddhista.

Tra i pezzi più significativi spicca una coppia di ritratti di notevole forza visiva e rara reperibilità: una Consorte in trono e un Dignitario cinese della dinastia Ming (1368–1644), entrambi di grandi dimensioni (133 x 92 cm) e stimati tra i 10.000 e i 15.000 euro. Le due opere, probabilmente eseguite in un contesto ufficiale, ritraggono frontalmente i personaggi con solennità e rigore, e potrebbero raffigurare Xu Guangqi e sua moglie. Figura chiave nel dialogo tra Oriente e Occidente, Xu Guangqi (1562–1633) fu un importante funzionario imperiale e principale interlocutore del gesuita Matteo Ricci. Convertitosi al cristianesimo e impegnato nella modernizzazione scientifica del suo paese, rappresenta oggi uno dei simboli dell’incontro tra cultura confuciana e pensiero europeo. L’elevata qualità pittorica, l’attenzione ai dettagli degli abiti e il rilievo storico dei soggetti rendono questi due dipinti tra i lotti più significativi dell’asta.

Alla Cina imperiale appartiene anche una raffinata coppia di pannelli dipinti su seta, risalenti al XIX secolo e attribuiti alla dinastia Qing (1644–1912). Le due opere (44 x 167 cm), realizzate con inchiostro, pigmenti e acquerello su seta applicata su carta di riso, raffigurano scene domestiche immerse in paesaggi armoniosi, tra alberi monumentali, corsi d’acqua e piante in fiore. Un esempio elegante e meditativo di pittura cinese da interni, stimato tra i 10.000 e i 12.000 euro, che coniuga decorazione e narrazione del quotidiano.
La sezione mongola è rappresentata da una preziosa scultura votiva in bronzo dorato, proveniente dalla scuola di Zanabazar e databile alla fine del XVIII secolo. Il Buddha, seduto nella posa meditativa del dhyanasana, con la mano destra nella mudra che richiama il tocco della terra (bhumisparsha), emana una calma solenne. Dettagli finemente cesellati, come l’ushnisha, i decori della veste e il doppio loto su cui siede, testimoniano una sapienza tecnica e simbolica di altissimo livello. La scultura (28 cm di altezza) è stimata tra i 15.000 e i 20.000 euro.

Non mancano oggetti di arte applicata dalla forte identità collezionistica, come un imponente lucchetto in rame, ottone e metallo bianco (phak tong), recante il marchio dell’imperatore Wanli (1563–1620) e attribuito alla dinastia Ming. Con le sue misure importanti (7 x 21 cm; chiave 3 x 18 cm) e la plasticità quasi scultorea, si distingue per la rarità e il fascino decorativo, con una stima compresa tra 10.000 e 15.000 euro.

A chiudere idealmente il percorso è un piccolo ma significativo oggetto in giada bianca del XIX secolo, raffigurante due gemelli “erxian” accanto a un leopardo, simbolo di buon auspicio nella cultura Qing. L’opera (6,5 x 9,5 cm), scolpita con mano esperta e sensibilità per la materia, è stimata tra gli 8.000 e i 12.000 euro. La giada, da sempre considerata in Cina un materiale sacro e portatore di virtù, conferisce a questa scultura il valore di talismano di armonia e prosperità.

Arte orientale da importanti collezioni private
4 giugno 2025





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