Parco Minerario, “serve svolta e chiarezza nelle nomine” • Elbapress


Riceviamo e pubblichiamo integralmente:

«Il Parco Minerario versa in una situazione sempre più critica, segnata da una preoccupante serie di episodi negativi. LE DIMISSIONI.  Il primo riguarda le dimissioni “a scoppio ritardato” di parte del Consiglio di Amministrazione – due in appena due anni – mentre restano in sospeso le dimissioni annunciate, ma non ancora formalizzate, della Presidente. Il tutto avviene in un clima di crescente disinteresse, come se la gestione di una risorsa tanto preziosa fosse ormai percepita come un peso anziché un’opportunità.  Il risultato è un Parco privo di guida, come una locomotiva ferma sui binari in attesa di un macchinista. LE DISMISSIONI. Il secondo segnale allarmante è rappresentato dalle dismissioni patrimoniali: invece di investire nel recupero e nella valorizzazione di beni storici situati nel cuore del Parco – come Villa Pescetti e Villa Palombo – l’Amministrazione Comunale ha preferito metterli all’asta. Due strutture che avrebbero potuto essere restituite alla collettività con funzioni culturali, scientifiche o turistiche, trattate come semplici cespiti da alienare. IL SILENZIO. Il terzo, e forse più grave, è il silenzio. Da anni, non vi è un confronto serio sullo stato del Parco. Non ci si interroga su che fine abbia fatto la visione originaria, non si promuove un confronto pubblico né un dibattito istituzionale per ridefinirne il ruolo e le strategie. Le alienazioni sono state discusse come mere operazioni contabili; le dimissioni, come semplici passaggi amministrativi. Nessuna riflessione, nessuna proposta, nessuna prospettiva. IL CONFRONTO La domanda allora è inevitabile: il Parco rappresenta ancora una risorsa strategica per l’economia locale? È ancora un motore possibile per uno sviluppo sostenibile, per una coesione territoriale, per l’identità di una comunità che affonda le proprie radici nella storia mineraria? Esperienze virtuose non mancano. In Toscana e in altre realtà italiane, i parchi minerari sono diventati strumenti efficaci di sviluppo integrato, capaci di coniugare cultura, ambiente, ricerca e innovazione. Anche Rio può – e deve – intraprendere questa direzione. Ma servono visione, competenza e una politica all’altezza delle sfide. Il Parco Minerario ha potenzialità straordinarie. Può diventare un volano turistico di qualità, un centro di ricerca scientifica e un luogo di valorizzazione culturale e ambientale. Investire in queste direzioni significa investire nel futuro del territorio e delle nuove generazioni. Per questo auspico l’apertura di un confronto pubblico, partecipato e trasparente, che metta al centro la missione originaria del Parco e ne costruisca una nuova progettualità, fondata sulla valorizzazione dell’identità e dell’unicità del nostro territorio, a beneficio dell’intera comunità. Auspico inoltre la nomina di un nuovo Consiglio di Amministrazione competente e di una Presidenza autorevole, capaci di raccogliere questa sfida e guidare la trasformazione del Parco. È arrivato il momento che anche il nostro Comune si doti, sulla base di un regolamento degli incarichi, di regole chiare e trasparenti per le nomine negli enti,  affinché questi incarichi siano assegnati sulla base delle competenze, della credibilità e del merito. Non possiamo più permetterci inerzie o silenzi: il futuro del Parco Minerario è ora». Fabrizio Ania, segretario del circolo Pd di Rio





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