“Mai avuta in Italia una somma coì grande per incentivare le Bev” spiega Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae, “ma arrivano a sorpresa e non sarà affatto facile spenderli tutti entro il 30 giugno 2026”
Una montagna di soldi a cui bisognerà trovare il modo di arrivare. Dopo aver comunicato ufficialmente il 9 novembre scorso la cancellazione degli Ecobonus per il 2025 e per gli anni a venire, il governo italiano ci ripensa e preannuncia a sorpresa lo stanziamento di 600 milioni di euro per finanziare l’acquisto di vetture elettriche in una nuova campagna di ecoincentivi. “Sono usciti fuori come un coniglio dal cilindro” commenta Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae, l’associazione che riunisce le case automobilistiche estere in Italia. Con lui Gazzetta Motori ha voluto provare capire se e quando potremmo disporre di una nuova campagna Ecobonus che è stata annunciata ufficialmente solo in modo piuttosto generico dal governo come modifica al Piano Nazione di Ripresa e Resilienza. I nuovi incentivi sarebbero infatti finanziati utilizzando i 597 milioni di euro finora non utilizzati e destinati ad un’altra voce del Pnrr, ovvero la realizzazione di reti di ricarica per auto elettriche. Dunque l’unica notizia certa è un paradosso. Nelle ipotesi circolate l’agevolazione all’acquisto sarebbe di 11 mila euro a favore di coloro che hanno un Isee fino a 30 mila euro, ovvero 9.000 mila euro nel caso di ISEE sotto i 40 mila euro, in entrambi i casi con contestuale rottamazione di un veicolo inquinante. Nulla di tutto questo è però confermato. “Ci preoccupa il fatto che questi incentivi siano stati annunciati senza essere ancora pienamente definiti. Si rischia la paralisi del mercato nei mesi a venire”, chiarisce con forza Andrea Cardinali.
Che Ecobonus avremo?
“Quasi 600 milioni, quindi in un solo anno potremmo avere a disposizione la somma più ingente mai messa in Italia per finanziare le auto elettriche, ma a quanto apre non sarà affatto facile spenderla. Con il vincolo della rottamazione, delle fasce Isee e dell’accesso agli incentivi solo con la residenza in aree funzionali, un solo anno rischia di non esaurite i fondi, che andranno solo alle elettriche, almeno a quanto sappiamo oggi”.
Gli incentivi non sono ancora partiti ma la scadenza è già un problema?
“La procedura che è stata annunciata non affatto banale. Si tratta di inoltrare una richiesta di revisione del Pnrr, che dunque deve ottenere il via libera del Parlamento europeo e della Commissione, con una serie di atti del governo italiani a dare successivamente struttura al provvedimento. I tempi tecnici possono non essere brevi, ma i fondi vanno spesi tassativamente entro il 30 giugno 2026”.
Nel frattempo che succede?
“Temiamo la paralisi inesorabile del mercato, l’attesa dei clienti che metteranno in pausa l’acquisto, come accaduto nel 2024. Proprio questo ci ha spiazzato. Siamo ancora lontani dall’avere lontano dall’avere uno schema di incentivi definito, l’unico risultato per ora è quello di un annuncio. Per certo abbiamo dimostrato di non riuscire a spendere i fondi per lo sviluppo di quelle infrastrutture di ricarica pubblica che servono a diffonde l’auto elettrica. Vogliamo incentivarla senza pensare alla fiscalità delle auto aziendali e alla detraibilità dell’Iva? Stiamo a vedere come”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link