Kiev, 21 mag 15:40 – (Agenzia Nova) – Nel 2024 il comparto minerario e metallurgico ucraino ha rappresentato circa il 7 per cento del Pil nazionale e il 15 per cento delle esportazioni in valuta estera. Tuttavia, il 2025 si preannuncia critico per il settore, che si trova ad affrontare una crisi sistemica aggravata da ostacoli di natura amministrativa. È quanto emerge da un’analisi del Centro Gmk. Secondo l’istituto, l’assenza di una revisione urgente delle politiche tariffarie, fiscali e di sostegno all’export rischia di compromettere la tenuta di uno dei comparti chiave dell’economia in tempo di guerra. Nel 2024, le esportazioni di minerale di ferro hanno raggiunto i 2,8 miliardi di dollari, ma la tendenza è al ribasso. Numerosi impianti di estrazione e lavorazione prevedono una riduzione, o persino l’interruzione, delle attività nel 2025. Gli analisti evidenziano che il rincaro dell’energia elettrica – raddoppiata nell’ultimo anno – ha inciso in modo critico sulla redditività degli impianti, dove l’elettricità può rappresentare fino al 60 per cento dei costi di produzione. A ciò si aggiunge l’aumento delle tariffe ferroviarie, cresciute del 35-40 per cento annuo, e i costi di trasporto superiori del 50 per cento rispetto ai livelli prebellici. Tra i casi simbolici, la chiusura del complesso Ingulets, dovuta all’effetto combinato dell’aumento delle tariffe per energia, trasporti e porti. Secondo le imprese, i costi portuali in Ucraina sono attualmente doppi rispetto ai principali scali europei. (segue) (Kiu)
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