Mettere le imprese Ue al riparo dalle tensioni provocate dai dazi. Il 21 maggio la Commissione ha presentato il simple market package per «trasformare il mercato unico in un porto sicuro», spiega Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo per la Prosperità e la Strategia Industriale.
Per riuscirci Bruxelles rimuoverà le barriere commerciali tra Stati, che per il Fmi equivalgono a dazi auto-imposti del 50% sui beni e del 110% sui servizi: ben più di quelli Usa.
I ten terribles
L’approccio è più pragmatico (va di settore in settore) e l’obiettivo finale è l’eliminazione di dieci ostacoli («ten terribles»). In Europa, ad esempio, manca una normativa unica per le professioni più importanti, come i fisioterapisti, carenza che impedisce il riconoscimento delle qualifiche tra Stati. In questo caso Bruxelles non aspetterà l’accordo tra i governi, ma partirà con una coalizione di volonterosi.
Nuova semplificazione in arrivo
La mobilità sarà incentivata anche con il quarto pacchetto per la semplificazione e la digitalizzazione del mercato unico, che punta a ridurre i costi per le imprese di 400 milioni di euro l’anno. «Non ci saranno più manuali da 50 pagine e in 24 lingue», spiega Séjourné. «Basterà un qr code».
Le novità si estendono alle etichette, che saranno uniformate. «In alcuni Paesi occorre inserire un codice sulla confezione, in altri un numero», commenta il vicepresidente francese. «Una via crucis che fa salire i costi».
Un altro onere nasce dalla necessità di cambiare struttura societaria nei diversi Stati, una spesa d’ingresso spesso non sopportabile, che scoraggia le pmi. Il problema sarà risolto con il 28° ordinamento, regolamentazione unica e alternativa alle 27 esistenti.
Focus sulle medio-piccole
Le novità del 21 maggio si concentrano sulle circa 40 mila imprese medio-piccole d’Europa, quelle con meno di 750 dipendenti. «Sono il cuore pulsante della nostra economia perché operano sui territori», ricorda Séjourné.
Quando superano 250 dipendenti, queste aziende sono trattate come multinazionali, ma non hanno la stessa capacità di sopportare i costi. Per loro sarà introdotta un’apposita definizione, che garantisce l’accesso ad alcuni vantaggi delle pmi.
I vantaggi del mercato unico
È questa la ricetta scelta per rilanciare il mercato unico, il secondo più grande al mondo con una quota del 18% dell’economia globale. Dal 1993 il single market ha spinto il pil dell’Ue del 3-4% e il suo completamento raddoppierà i vantaggi ottenuti.
Per riuscirci, però, servirà il contributo degli Stati e per responsabilizzarli Bruxelles chiederà la nomina di un apposito rappresentante per il mercato unico. «È uno strumento nelle nostre mani», conclude Séjourné. «Quindi possiamo migliorarne l’integrazione e proteggerlo da minacce esterne». (riproduzione riservata)
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