Durante il confronto a Palazzo Chigi tra Governo e associazioni datoriali sulla sicurezza sul lavoro – coordinato dal prof. Stefano Caldoro incaricato alcuni giorni fa dal presidente del Consiglio di curare le relazioni con le parti sociali – il presidente di Conflavoro Roberto Capobianco ha rilanciato la proposta di un credito d’imposta del 50% per le imprese che investono nella prevenzione, sostenendo i costi previsti dagli adempimenti del D.Lgs. 81/08. “Chi rispetta le regole non può essere lasciato solo. Lo chiediamo da anni: lo Stato deve premiare chi investe davvero in sicurezza, senza aggiungere altri oneri o burocrazia”, ha affermato.
“Sicurezza sul lavoro passa da lotta agli attestati falsi”
Tra le misure proposte da Conflavoro anche l’introduzione di un patentino digitale unificato, accessibile via QR code, per certificare i percorsi formativi svolti, la loro durata e i soggetti erogatori. “Bisogna fermare il fenomeno degli attestati falsi e della formazione inesistente. Chi opera con serietà va sostenuto, chi aggira le regole isolato. Solo così costruiamo un sistema credibile ed efficace”, ha sottolineato Capobianco.
La proposta: affiancare organismi paritetici a ispettori del lavoro
Sul fronte dei controlli, Conflavoro propone di affiancare agli ispettori del lavoro i tecnici degli organismi paritetici, favorendo attività di autocontrollo nelle imprese aderenti. “La prevenzione viene prima della sanzione. Un sistema funziona se aiuta a correggere prima ancora di punire. In questa direzione va la nostra collaborazione con Atisl Confsal, l’unica associazione che rappresenta gli ispettori del lavoro specializzati in sicurezza”, ha spiegato.
Accordo Stato-Regioni, preoccupazione per il ritardo nella pubblicazione
Capobianco ha inoltre richiamato l’attenzione sulla carenza di medici competenti, proponendo di ampliare i posti disponibili e di estendere a cardiologia, pneumologia e anestesiologia le specializzazioni ammesse alla qualifica, con un’adeguata formazione integrativa.
Ha infine espresso soddisfazione per l’introduzione, nel nuovo Accordo Stato-Regioni, della formazione obbligatoria per i datori di lavoro, “strumento fondamentale per rafforzare la consapevolezza nei vertici aziendali”. Allo stesso tempo ha evidenziato una criticità: “A oltre un mese dall’approvazione, l’Accordo non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Un ritardo che rischia di generare incertezza e confusione tra le imprese”.
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