Imprese, il credito è sempre più digitale


Dalle tensioni geopolitiche alla transizione green e digitale, fino all’internazionalizzazione dei mercati: oggi le imprese devono affrontare sfide complesse in uno scenario fragile, con margini di manovra sempre più ridotti – soprattutto per le realtà di piccole dimensioni. Un contesto nel quale il credito si conferma uno snodo strategico, non solo per la sopravvivenza nel breve termine, ma anche per sostenere investimenti e trasformazioni di lungo periodo che vadano a finanziare progetti strutturali.

“Oggi le imprese hanno bisogno di innovare continuamente, perché il mercato evolve rapidamente e per restare competitivi bisogna essere sempre un passo avanti”, osserva Matteo Faissola, responsabile commerciale di Banco Bpm. “Questo vale per aziende di ogni settore, che sempre più spesso cercano finanziamenti per sostenere investimenti, ad esempio nella transizione green o digitale”, prosegue. “In particolare, sono molto attive in questo ambito le realtà presenti nei distretti produttivi”.

Faissola rileva come il calo dei tassi d’interesse stia, inoltre, spingendo le imprese con una struttura finanziaria più fragile a rinegoziare i prestiti già in essere, per mettersi in una posizione più solida e sostenibile. “Allo stesso tempo, cresce la domanda di credito per operazioni di finanza straordinaria”, osserva. “Sempre più aziende, anche di piccole dimensioni, considerano strategico crescere attraverso acquisizioni. Stiamo lavorando molto con imprese che hanno un fatturato superiore a 10 milioni di euro, offrendo un supporto concreto per operazioni di crescita per linee esterne”.

Lo scorso anno, l’istituto ha erogato credito alle imprese con un fatturato fino a 75 milioni di euro per circa 8,5 miliardi di euro (più 19% rispetto all’anno precedente). Nei primi tre mesi dell’anno in corso, i finanziamenti erogati sono stati pari a 2,8 miliardi di euro, in aumento del 44% rispetto allo stesso periodo del 2024. “Il primo trimestre di quest’anno ha superato le nostre aspettative, trainato dalla riduzione dei tassi e da una maggiore propensione degli imprenditori a investire”, spiega Faissola che preannuncia come l’obiettivo commerciale sia di chiudere l’anno con un incremento delle erogazioni del 20% rispetto al 2024.

Il gruppo sta inoltre investendo nella digitalizzazione del credito per ridurre i tempi di risposta, semplificare l’accesso ai finanziamenti e migliorare la capacità di valutare il merito creditizio in modo dinamico attraverso l’uso di algoritmi, intelligenza artificiale e analisi dei big data. Si inserisce in questo percorso il lancio di una nuova piattaforma di smart lending.

Uno degli obiettivi principali è proprio quello di intercettare il fabbisogno delle micro e piccole imprese che spesso rinunciano a chiedere credito per difficoltà burocratiche o per tempi di attesa troppo lunghi. Con lo smart lending, il processo viene snellito e reso più trasparente, aumentando l’inclusione finanziaria. “Grazie a questa soluzione siamo in grado di velocizzare in modo significativo i tempi di decisione, effettuando un’analisi completa e realistica dell’andamento aziendale in tempo reale. Questo ci consente al contempo di ridurre l’impegno amministrativo richiesto ai nostri colleghi, che possono così concentrarsi maggiormente sulla relazione con il cliente”, racconta Faissola.

“L’intero processo è stato pensato per essere snello e accessibile: alle imprese è richiesto un set documentale minimale. Inoltre è possibile operare anche in modalità completamente digitale, pur avendo sempre a disposizione un gestore dedicato”. La piattaforma è pensata per aziende con un fatturato fino a 5 milioni di euro e consente di richiedere finanziamenti fino a 200 mila euro, con l’erogazione del credito possibile già il giorno successivo alla presentazione della domanda. “Per le imprese più piccole, più che il bilancio, valutiamo soprattutto l’andamento del conto corrente”, specifica Faissola. “Se la piattaforma non ritiene l’azienda idonea, la richiesta viene comunque presa in carico dal gestore, che può effettuare una valutazione più approfondita, considerando anche aspetti che gli algoritmi potrebbero non aver rilevato”.

Se il digitale avanza, la relazione umana resta un elemento imprescindibile. “Per le operazioni transazionali l’online è ormai la norma, ma quando si tratta di accedere al credito o investire risparmi, soprattutto per le piccole imprese, il confronto diretto con uno specialista fa ancora la differenza”, sottolinea Faissola. “Il momento chiave del rapporto resta spesso la visita in azienda: è lì che si costruisce quella fiducia reciproca su cui si basa una relazione solida tra banca e impresa”.



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