Terra dei Fuochi, il MASE accelera sulle bonifiche. L’ing. Luca Proietti ne parla nel programma “GreenPop” su Giornale Radio « LMF Lamiafinanza


Terra dei Fuochi, il MASE accelera sulle bonifiche: nuovi fondi PNRR e commissario unico. L’Italia sotto la lente della Corte Europea

di Annachiara De Rubeis — 

Il governo italiano rilancia il piano di bonifica ambientale nelle aree più compromesse del Paese. La cosiddetta Terra dei Fuochi, simbolo di decenni di inquinamento incontrollato e disastro ambientale, torna al centro dell’agenda politica e istituzionale. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), in collaborazione con il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), ha annunciato un cambio di passo: “Sono due le azioni strutturali in atto – ha dichiarato l’ingegner Luca Proietti, Direttore Generale del SNPA, durante la trasmissione GreenPop, condotta dalla presidente di Arpa Lombardia Lucia Lo Palo (nella foto) ogni sabato su Giornale Radio – una normativa che favorisce la bonifica e poi la reindustrializzazione dei Siti di Interesse Nazionale, e una nuova governance basata su tavoli tecnici permanenti.”

La sentenza CEDU e il ruolo del Commissario Unico

La svolta arriva anche in risposta alla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo del gennaio 2025, che ha formalmente censurato l’Italia per la frammentarietà delle azioni svolte nella Terra dei Fuochi e per la mancanza di un monitoraggio costante e coordinato. La Corte ha richiamato lo Stato all’obbligo di garantire il diritto alla salute e a un ambiente salubre, come previsto dalla Convenzione europea.

Per colmare queste lacune, il MASE ha nominato a marzo il Generale Giuseppe Vadalà come Commissario Unico per la Terra dei Fuochi, già noto per l’attività di contrasto agli ecoreati. Il suo mandato prevede: la ricognizione delle opere esistenti, la mappatura dei fondi stanziati e utilizzati, la definizione di un piano operativo unificato e, elemento non secondario, la trasparenza comunicativa verso i cittadini.

Bonifiche e reindustrializzazione: fondi PNRR in campo

Nel quadro delle misure in atto, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede oltre 500 milioni di euro destinati a progetti di bonifica e recupero ambientale, di cui una quota significativa riservata ai SIN (Siti di Interesse Nazionale). Ad oggi, sono 42 i SIN attivi in Italia, che coprono complessivamente circa 171.000 ettari e interessano territori fortemente compromessi, tra cui le aree industriali dismesse di Porto Marghera, Taranto, Priolo, Gela, Bagnoli e ovviamente la Terra dei Fuochi.

Secondo i dati più recenti forniti dall’ISPRA (Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2024), solo il 18% dei SIN risulta effettivamente bonificato, mentre oltre il 50% si trova in fase di progettazione o attesa di esecuzione. Le criticità principali riguardano la frammentazione amministrativa, le lungaggini burocratiche e la difficoltà di coordinare interventi su aree vastissime spesso soggette a interessi criminali o incertezza giuridica.

L’impatto sulla salute e l’ambiente

Gli effetti ambientali e sanitari sono drammatici: nelle zone maggiormente contaminate si registra un incremento del 15% di malattie respiratorie e oncologiche rispetto alla media nazionale (dati SNPA 2024). La mancanza di un piano organico e la lentezza delle istituzioni hanno finora impedito di restituire ai cittadini territori vivibili e produttivi.

“Ora però la governance è cambiata – conclude Proietti – e l’obiettivo è far convergere risorse, strumenti e responsabilità in un unico piano, per non perdere l’occasione irripetibile offerta dai fondi europei”.



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