Moda, Urso: nel pellettiero siamo il secondo Paese al mondo. Merito dell’eccellenza dei nostri prodotti e di Pmi competitive


Talento e impresa

Il ministro del Mimit: «La dimensione delle aziende è importante per le fide al mercato globale. Abbiamo definito misure per circa 250 milioni di euro dedicati proprio alle micro, piccole e medie imprese del settore moda. Di questi, in particolare, 100 milioni sono dedicati ai mini-contratti di sviluppo che agevolano l’aggregazione tra Pmi»

Italpress

– di Italpress15 Maggio 2025 alle 15:03

«Sappiamo quanto la dimensione aziendale sia importante per rispondere in modo più efficace alle sfide del mercato globale, aumentando la capacità di investimento, innovazione e proiezione internazionale». Lo ha detto il ministro per le Imprese e il made in Italy, Adolfo Urso in un videomessaggio inviato agli Stati generali della pelletteria italiana, in svolgimento a FirenzeUrso ha ricordato «come Mimit abbiamo definito misure per circa 250 milioni di euro dedicati proprio alle micro, piccole e medie imprese del settore moda. Di questi, in particolare, 100 milioni sono dedicati ai mini-contratti di sviluppo che agevolano l’aggregazione tra Pmi».

Moda, Urso: in ambito pellettiero siamo il secondo Paese al mondo per esportazioni

In ambito pellettiero, ha evidenziato Urso, «siamo il secondo Paese esportatore mondiale dopo la Cina, grazie all’eccellenza dei nostri prodotti che vedono la luce in imprese spesso di piccole dimensioni ma estremamente competitive». Cosa che rappresenta «un elemento identitario e caratterizzante». Ma «al tempo stesso un nodo» del tessuto produttivo italiano, «di cui il governo è consapevole e su cui dobbiamo agire».

Moda, Urso: «La dimensione delle aziende è importante per le fide al mercato globale»

Il ministro Urso ha ricordato inoltre come nel Ddl Pmi all’attenzione del Parlamento «abbiamo previsto una norma sul “ricambio generazionale” nelle aziende, con l’obiettivo di creare anticipatamente nuovi posti di lavoro: per ogni lavoratore che riduce il proprio orario, il datore di lavoro potrà contemporaneamente assumere a tempo pieno e indeterminato un giovane sotto i 35 anni. E questo dovrebbe favorire il trasferimento delle competenze tra un anziano che si avvicina alla pensione. E un giovane neo-assunto a tempo indeterminato».

(Italpress)

di Italpress15 Maggio 2025




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