Pnrr e transizione digitale, come stiamo usando i soldi | Milena Gabanelli – Dataroom


I soldi disponibili

Dei 194 miliardi del Pnrr l’Italia ne ha programmati 46,8 per la transizione digitale. Si tratta di decine di migliaia di progetti, che contengono in tutto o in parte processi di innovazione: da quelli più costosi, come i 623 milioni investiti nel sistema di cyber-sicurezza contro gli attacchi hacker, alla posa dei cavi sottomarini che portano la fibra ottica nelle isole minori (costo: 45 milioni di euro); fino ai 444 euro mensili che serviranno a pagare ciascuno dei 9.700 giovani del «Servizio civile digitale» che avranno il compito di aiutare gli anziani e chiunque voglia impratichirsi con le nuove tecnologie. Siamo il Paese che investe di più: più della Spagna (40 miliardi), il triplo della Germania (13,4 miliardi), addirittura sei volte la Francia (8,1), e la Polonia (7,3). Ma attenzione: sono soldi che vanno fatti fruttare, perché se circa la metà è a fondo perduto, il resto è a debito (seppur a interessi agevolati), che dovremo restituire entro il 2054. Domanda: li stiamo spendendo bene?



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